Il consiglio municipale del 23 gennaio scorso, a cui hanno partecipato Sindaco e Presidente di Autorità Portuale, è stato uno spartiacque per il futuro del nostro territorio. Ci sono buone probabilità che lo sia anche per quello della nostra città. Ma, come da tradizione, procediamo con ordine...
Il nuovo Piano Regolatore Portuale
La discussione di quel consiglio riguardava principalmente la vicenda cassoni. Nel resoconto che avevo scritto, così come nel mio intervento all'assemblea organizzata come gruppi di minoranza di municipio, molto partecipata, avevo anticipato che i cassoni, per quanto invasivi, erano solo "la pioggia prima della tempesta" del nuovo PRP.
La caduta del Morandi e la disponibilità dei fondi PNRR hanno accelerato la necessità di ridisegnare un nuovo assetto per il Porto di Genova. E' da tempo che la discussione è partita, sono già state espresse indicazioni sostanziose (come il Position Paper di Confindustria Genova) nonché rilasciate varie dichiarazioni da Sindaco, Presidente di Regione, Presidente di ADSP.
La mancanza di qualsiasi passaggio sul territorio e nelle istituzioni locali, dal Municipio alla Regione, è stata evidentemente anticipatrice di un disegno impattante. Non solo, l'esperienza del passato avrebbe dovuto insegnare che i confronti in loco, per quanto accesi, hanno sempre fornito spunti utili anche per le attività che vi sono insediate. Così, appena si è aperto il cassetto, i nodi sono venuti al pettine.
Il Porto di Pra' disegnato dal Sindaco Commissario
Il 16 marzo è uscito su Shipping Italy il rendering del futuro Porto di Pra'. Se il disegno afferisce ad una fetta di Ponente, le implicazioni riguardano tutta la città. Ma cosa prevede questa proposta?
Il rendering della proposta per il nuovo Porto di Pra' (da www.shippingitaly.it) |
- ampliamento della piattaforma portuale di 400.000mq nella porzione davanti a Palmaro, superando in larghezza quella attuale. La piattaforma dell'intero bacino di Pra' raddoppierebbe quasi: da 500.000 a 900.000mq;
- spostamento verso mare dell'attuale diga, la quale verrebbe prolungata di quasi 300m verso Voltri;
- predisposizione per il trasferimento del Porto Petroli di Multedo all'interno del bacino, con approdo per le petroliere nell'angolo sud est della diga (dove era stata smantellata la Concordia) e servizi connessi a levante del Sesto Modulo, nello specchio acqueo e sulla parte di diga antistante a Pegli Lido;
- il trasferimento delle Riparazioni Navali dall'area antistante Carignano a Multedo, al posto del Porto Petroli, non presente sul disegno, ma contemplato dalla proposta;
- una darsena per barche da diporto sulla sponda Ponente del bacino;
- un ruscello (aguzzate la vista!) che collega il canale di calma di Pra' con la darsena del punto precedente "per staccare il porto dalla città".
I limiti del cantiere dei cassoni a Pra'
L'area antistante a Pegli Lido dove dovrebbe sorgere il porticciolo e, di fronte, il cantiere dei cassoni (da www.lavocedigenova.it) |
- è emerso come Pra' fosse l'unico sito per cui sono state chieste le autorizzazioni per il cantiere. Quindi le alternative di Vado e Piombino dichiarate dal Sindaco durante il consiglio municipale del 23 gennaio erano... peregrine;
- il Vice Ministro Rixi ha dichiarato che accelererà le autorizzazioni anche per questi due siti. In particolare a Vado potrebbe esserci interesse ad ospitare il cantiere dei cassoni, come anticipato dalla stessa Sindaca, a patto di un comprensibile coinvolgimento del comune vadese sulla scelta.
Tutte le incongruenze e le criticità del porto del Sindaco Commissario
Ritornando alla nuova proposta di PRP, le incongruenze della vicenda cassoni sono moltiplicate in maniera esponenziale, con ricadute sul territorio potenzialmente drammatiche ed un beneficio per il porto tutt'altro da verificare.
Un sunto delle criticità principali per il territorio:
- si tomba una fetta di mare significativa davanti a Palmaro, verso Voltri, dove rimane la più grande spiaggia pubblica cittadina e principale valvola di sfogo per le circostanti delegazioni, già avvolte da molteplici servitù. Il contemporaneo prolungamento della diga di circa 300m non può non avere conseguenze sulla spiaggia e pure sulla balneabilità;
- Palmaro, che con Multedo è la delegazione più martoriata del Ponente, già ora è costretta fra ferrovia ed autostrada. L'espansione della banchina, che supererebbe in profondità quella attuale, toglierebbe anche l'ultimo scampolo di mare rimasto lì davanti;
- si sposta il Porto Petroli da un quartiere densamente popolato, Multedo, ad un altro quartiere densamente popolato, Pegli Lido;
- Multedo attende da decenni la delocalizzazione del Porto Petroli, oltre che dei depositi chimici. Non è concepibile rimpiazzarlo con un'altra situazione impattante per liberare un pezzo di città che non deve convivere anche con porto, ferrovia, autostrade ed altre attività produttive.
- si getta nel cestino il Waterfront di Ponente che, secondo me, è l'unica base di discussione da portare al tavolo del PRP per quanto riguarda l'espansione portuale a Ponente. Quel progetto è stato frutto di confronti anche accesi fra Comune, ADSP e cittadinanza fra 2002 e 2008. L'idea di partenza è di Renzo Piano. Da ponentino, ragionando su quell'idea e sulla sdemanializzazione delle aree non portuali (di cui avevo parlato nel finale del post sui cassoni), non mi scandalizzerei se venisse fatto qualche ragionamento per ottimizzare gli spazi e le funzioni portuali in quell'area del bacino.
Il Waterfront di Ponente, disegnato da Renzo Piano (da www.urbancenter.comune.genova.it/node/161) |
Personalmente, non mi mancano dubbi sulla fattibilità tecnica di certe soluzioni. Se qualcuno più ferrato del sottoscritto mi può rispondere, prendo nota volentieri:
- la diga non verrebbe prolungata, ma fatta ex novo spostandola verso mare. Non ho conoscenza della profondità precisa del mare in quel tratto, ma non credo sia lontana dai cruciali 50m della diga di Sampierdarena. E' possibile che ci sia un problema simile se non peggiore, con conseguenze su costi/rischi/benefici?
- il Porto Petroli davanti a Pegli Lido (di cui sono comunque evidenti le problematiche per i collegamenti verso terra) ed il conseguente transito delle petroliere nel bacino, sono compatibili con le attività svolte oggi sulle banchine?
- sempre il Porto Petroli, è individuato nella stessa zona del cantiere dei cassoni e del "famoso" progetto porticciolo di Pegli. Ammesso che il cantiere dei cassoni sia provvisorio, come si conciliano questi tre interventi?
- come è pensabile di spostare le Riparazioni Navali a Multedo, dove avrebbero a disposizione un quinto (esatto, il 20%) della superficie attualmente occupata?
L'assalto alle Riparazioni Navali ed il lavoro all'ultimo posto
Vista aerea delle Riparazioni Navali (da www.shipmag.it) |
La politica ed i nodi al pettine
Il volantino dell'iniziativa di domani a Pra', promossa dai comitati del Ponente |