venerdì 24 marzo 2023

La Genova Meravigliosa alla resa dei conti con dignità del lavoro e del Ponente

Il consiglio municipale del 23 gennaio scorso, a cui hanno partecipato Sindaco e Presidente di Autorità Portuale, è stato uno spartiacque per il futuro del nostro territorio.  Ci sono buone probabilità che lo sia anche per quello della nostra città. Ma, come da tradizione, procediamo con ordine...

Il nuovo Piano Regolatore Portuale

La discussione di quel consiglio riguardava principalmente la vicenda cassoni. Nel resoconto che avevo scritto, così come nel mio intervento all'assemblea organizzata come gruppi di minoranza di municipio, molto partecipata, avevo anticipato che i cassoni, per quanto invasivi, erano solo "la pioggia prima della tempesta" del nuovo PRP. 

La caduta del Morandi e la disponibilità dei fondi PNRR hanno accelerato la necessità di ridisegnare un nuovo assetto per il Porto di Genova. E' da tempo che la discussione è partita, sono già state espresse indicazioni sostanziose (come il Position Paper di Confindustria Genova) nonché rilasciate varie dichiarazioni da Sindaco, Presidente di Regione, Presidente di ADSP. 

La mancanza di qualsiasi passaggio sul territorio e nelle istituzioni locali, dal Municipio alla Regione, è stata evidentemente anticipatrice di un disegno impattante. Non solo, l'esperienza del passato avrebbe dovuto insegnare che i confronti in loco, per quanto accesi, hanno sempre fornito spunti utili anche per le attività che vi sono insediate. Così, appena si è aperto il cassetto, i nodi sono venuti al pettine.

Il Porto di Pra' disegnato dal Sindaco Commissario

Il 16 marzo è uscito su Shipping Italy il rendering del futuro Porto di Pra'. Se il disegno afferisce ad una fetta di Ponente, le implicazioni riguardano tutta la città. Ma cosa prevede questa proposta?

Il rendering della proposta per il nuovo Porto di Pra' (da www.shippingitaly.it)

  1. ampliamento della piattaforma portuale di 400.000mq nella porzione davanti a Palmaro, superando in larghezza quella attuale. La piattaforma dell'intero bacino di Pra' raddoppierebbe quasi: da 500.000 a 900.000mq;
  2. spostamento verso mare dell'attuale diga, la quale verrebbe prolungata di quasi 300m verso Voltri;
  3. predisposizione per il trasferimento del Porto Petroli di Multedo all'interno del bacino, con approdo per le petroliere nell'angolo sud est della diga (dove era stata smantellata la Concordia) e servizi connessi a levante del Sesto Modulo, nello specchio acqueo e sulla parte di diga antistante a Pegli Lido;
  4. il trasferimento delle Riparazioni Navali dall'area antistante Carignano a Multedo, al posto del Porto Petroli, non presente sul disegno, ma contemplato dalla proposta;
  5. una darsena per barche da diporto sulla sponda Ponente del bacino;
  6. un ruscello (aguzzate la vista!) che collega il canale di calma di Pra' con la darsena del punto precedente "per staccare il porto dalla città".
Il risvolto cittadino di quanto sopra è legato allo spostamento delle Riparazioni Navali. Nella visione del Sindaco è un passaggio necessario per completare il Waterfront di Levante, collegando il Porto Antico alla Foce e convertendo un'area ad oggi dedicata interamente alla cantieristica navale.

Sempre nello stesso contesto, quello delle Riparazioni Navali, è previsto un impatto notevole con l'attuale progetto del tunnel subportuale, altra opera sbandierata ma il cui è progetto è stato rispedito al mittente dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

I limiti del cantiere dei cassoni a Pra'


Prima di passare al setaccio la bozza, è necessario fare un passo indietro ai cassoni. Già questa vicenda si è rivelata come scelta pressapochista, al netto del mancato coinvolgimento del territorio e dell'evidente intenzione di posizionare la fabbrica nel bacino di Pra' anche nell'ottica dei futuri riempimenti di cui sopra.

A stretto giro è emerso come l'impianto di fabbricazione pregiudicherebbe l'attività di Nuovo Borgo Terminal, società che opera in testa al Sesto Modulo, senza che le fosse stata offerta alternativa. Modus operandi che ricalca quanto in corso a Ponte Somalia, sito individuato per lo spostamento dei depositi chimici di Multedo, ma tutt'altro che libero e con ricorsi pendenti da parte degli attuali occupanti.

Parimenti, non sarebbe facilmente conciliabile il traffico dei tir e delle maestranze del cantiere dei cassoni con l'attività del terminal PSA, il principale operatore del bacino di Pra'. Tutto questo movimento sarebbe peraltro da conciliare con i due anni di lavori per il nuovo viadotto di collegamento fra porto e casello di Pra'.

In pratica, se l'intenzione è quella di limitare l'attività del Porto di Pra', è un omicidio perfetto.

L'area antistante a Pegli Lido dove dovrebbe sorgere il porticciolo e, di fronte, il cantiere dei cassoni (da www.lavocedigenova.it)

L'incontro del 20 febbraio fra Autorità di Sistema Portuale, Sindaco Commissario, il Vice Ministro alle Infrastrutture, Municipio VII Ponente ha aggiunto due ulteriori elementi di interesse:
  1. è emerso come Pra' fosse l'unico sito per cui sono state chieste le autorizzazioni per il cantiere. Quindi le alternative di Vado e Piombino dichiarate dal Sindaco durante il consiglio municipale del 23 gennaio erano... peregrine;
  2. il Vice Ministro Rixi ha dichiarato che accelererà le autorizzazioni anche per questi due siti. In particolare a Vado potrebbe esserci interesse ad ospitare il cantiere dei cassoni, come anticipato dalla stessa Sindaca, a patto di un comprensibile coinvolgimento del comune vadese sulla scelta.
Quanto sopra, per altro nell'interesse della stessa portualità genovese e savonese, ancorché della cittadinanza, non poteva essere fatto a priori?

Tutte le incongruenze e le criticità del porto del Sindaco Commissario

Ritornando alla nuova proposta di PRP, le incongruenze della vicenda cassoni sono moltiplicate in maniera esponenziale, con ricadute sul territorio potenzialmente drammatiche ed un beneficio per il porto tutt'altro da verificare.

Un sunto delle criticità principali per il territorio:

  1. si tomba una fetta di mare significativa davanti a Palmaro, verso Voltri, dove rimane la più grande spiaggia pubblica cittadina e principale valvola di sfogo per le circostanti delegazioni, già avvolte da molteplici servitù. Il contemporaneo prolungamento della diga di circa 300m non può non avere conseguenze sulla spiaggia e pure sulla balneabilità;
  2. Palmaro, che con Multedo è la delegazione più martoriata del Ponente, già ora è costretta fra ferrovia ed autostrada. L'espansione della banchina, che supererebbe in profondità quella attuale, toglierebbe anche l'ultimo scampolo di mare rimasto lì davanti;
  3. si sposta il Porto Petroli da un quartiere densamente popolato, Multedo, ad un altro quartiere densamente popolato, Pegli Lido;
  4. Multedo attende da decenni la delocalizzazione del Porto Petroli, oltre che dei depositi chimici. Non è concepibile rimpiazzarlo con un'altra situazione impattante per liberare un pezzo di città che non deve convivere anche con porto, ferrovia, autostrade ed altre attività produttive.
  5. si getta nel cestino il Waterfront di Ponente che, secondo me, è l'unica base di discussione da portare al tavolo del PRP per quanto riguarda l'espansione portuale a Ponente. Quel progetto è stato frutto di confronti anche accesi fra Comune, ADSP e cittadinanza fra 2002 e 2008. L'idea di partenza è di Renzo Piano. Da ponentino, ragionando su quell'idea e sulla sdemanializzazione delle aree non portuali (di cui avevo parlato nel finale del post sui cassoni), non mi scandalizzerei se venisse fatto qualche ragionamento per ottimizzare gli spazi e le funzioni portuali in quell'area del bacino.
Il Waterfront di Ponente, disegnato da Renzo Piano (da www.urbancenter.comune.genova.it/node/161)


Personalmente, non mi mancano dubbi sulla fattibilità tecnica di certe soluzioni. Se qualcuno più ferrato del sottoscritto mi può rispondere, prendo nota volentieri:

  1. la diga non verrebbe prolungata, ma fatta ex novo spostandola verso mare. Non ho conoscenza della profondità precisa del mare in quel tratto, ma non credo sia lontana dai cruciali 50m della diga di Sampierdarena. E' possibile che ci sia un problema simile se non peggiore, con conseguenze su costi/rischi/benefici?
  2. il Porto Petroli davanti a Pegli Lido (di cui sono comunque evidenti le problematiche per i collegamenti verso terra) ed il conseguente transito delle petroliere nel bacino, sono compatibili con le attività svolte oggi sulle banchine?
  3. sempre il Porto Petroli, è individuato nella stessa zona del cantiere dei cassoni e del "famoso" progetto porticciolo di Pegli. Ammesso che il cantiere dei cassoni sia provvisorio, come si conciliano questi tre interventi?
  4. come è pensabile di spostare le Riparazioni Navali a Multedo, dove avrebbero a disposizione un quinto (esatto, il 20%) della superficie attualmente occupata? 

L'assalto alle Riparazioni Navali ed il lavoro all'ultimo posto

La proposta di nuovo PRP si inserisce in un contesto che, da diversi mesi, vede la narrazione della "Genova Meravigliosa" incagliarsi nella realtà nei fatti.

Quello delle Riparazioni Navali è il caso recente più emblematico, tanto da spingere la stessa Confindustria, non precisamente un ente di bolscevica provenienza, a chiedere i danni al Comune per la passeggiata promossa nelle aree portuali. Passeggiata il cui fine neppure troppo velato è quello di far da vetrina ad un futuro sgombero. Per non tacere della grande preoccupazione delle organizzazioni sindacali che rappresentano i 3.000 lavoratori diretti dell'area, uno dei principali distretti produttivi di Genova. 

Vista aerea delle Riparazioni Navali (da www.shipmag.it)


Se Genova è la città che deve rincorrere il PIL, a che pro mettere in crisi una delle sue eccellenze? Per altro con richieste di espansione in loco già concretizzate da anni?

Inoltre nel progetto di delocalizzazione è stata tirata in ballo anche l'area oggetto del ribaltamento a mare di Fincantieri. L'intervento è atteso da anni per confermare il respiro internazionale dell'azienda. Due giorni fa è uscito un comunicato stampa durissimo dell'R.S.U. di Fincantieri che denuncia l'ambiguità del Sindaco Commissario nelle sue uscite poco coerenti sul porto: non solo riparazioni navali e Fincantieri, ma anche depositi chimici, convivenza e vivibilità delle delegazioni a ridosso del porto.

Una "visione" di città dovrebbe mettere insieme tutto questo in un disegno complessivo, confrontandosi con tutti i portatori d'interesse, dai cittadini alle grandi aziende passando per le associazioni di categoria. La "vision" attuale sembra un po' carente al riguardo.

La politica ed i nodi al pettine


Leggendo la rassegna stampa del settore, come questo articolo di Medi Telegraph, si parla di idea preliminare, indicazione da valutare, finanche di rispetto dei bisogni dei cittadini

ShippingItaly, il quotidiano online che ha pubblicato l'anteprima della bozza ha stigmatizzato la carenza circa quali basi giuridiche abbia preso forma questo irrituale percorso di pianificazione portuale imposto dal commissario.

Non sembra pertanto che lo stesso mondo portuale abbia accolto con grande entusiasmo il modo in cui è stata avviata la discussione su di un PRP che inciderà sul principale porto italiano, e su Genova stessa, per i decenni a venire. E, tirando le fila, non mi stupirei che uscisse a breve qualche smentita, circa la non ufficialità della stessa con il classico "si scherzava".

La politica però deve fare la sua parte. Dal Consiglio del Municipio, a quello del Comune, a quello della Regione, deve arrivare un segnale concreto di attenzione a questi processi ormai in moto, ma chiusi in poche scrivanie.

Ed è evidente che ora manchi un'azione condivisa anche da chi siede fra i banchi della maggioranza, di centrodestra, la stessa dal Municipio alla Regione. Un consigliere eletto non può rinunciare alla prerogativa di controllo che comporta il suo mandato, indipendentemente dal Sindaco e dal Presidente di turno.

Nel breve periodo questo modo di procedere può comportare un ritorno di visibilità, ma alla prova dei fatti non giova alla città, ai suoi cittadini, alle attività produttive ed alla crescita tanto cara al nostro Sindaco. 

Né va sottovalutato il disagio di un ampio pezzo di città, soprattutto quello che va dalla Lanterna verso Ponente, che tanto ha dato per lo sviluppo di Genova e poco ha visto in cambio. Anche per questo domani parteciperò con convinzione al corteo di domani che partirà alle 10.30 dalla Stazione di Pra'. 

 

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