Ci tenevo ad iniziare il mio secondo ciclo amministrativo rinnovando l'impegno per un'opera a cui sono legato in modo particolare. Si tratta della nuova strada di Campenave (o di Crevari, o di Borgonuovo, ..). Durante lo scorso consiglio municipale è stata approvata all'unanimità una mia mozione per chiedere al Comune di Genova il finanziamento del terzo ed ultimo lotto.
Per l'affetto che ho per Crevari, per l'importanza che avrebbe il completamento di quest'opera per il nostro bricco, perché ne sento parlare da quando ho iniziato la mia esperienza politica... manca veramente poco per chiudere un cerchio aperto da qualche decennio.
Il panorama sull'Alta Via nel tratto finale della nuova strada di Crevari (foto tratta da www.borgoincammino.it/i-percorsi/il-percorso-ambientale/3-piazza-nuova) |
UN PO' DI STORIA..
Vista da Voltri, "fondo valle", Crevari era più un'isola che un borgo. Fino al secondo dopoguerra era raggiungibile solo attraverso la mulattiera con un dislivello mica male.
Proprio durante la seconda guerra mondiale, l'essere così isolata, aveva contribuito a rendere la frazione un centro di riferimento della Resistenza. Come ricordato sul bellissimo sito borgoincammino.it, quando per la creuza echeggiava il grido "Bruxia!" ("brucia" in genovese), era il segnale che qualche pericolo era in arrivo per i tanti giovani crevaresi che in maniera generosa avevano partecipato al movimento di liberazione.
La targa dedicata a Giacomo Canepa, 1913-1944, partigiano crevarese a cui è intitolata la scuola di Crevari ((dall'Album "Alpi Crevaresi e dintorni") |
Quando negli anni '50 è iniziata la costruzione della strada che oggi tutti percorriamo, l'idea era già quella di arrivare in località Campenave. Tuttavia, una volta giunti all'attuale capolinea del 96 dove ancora oggi termina la strada, il notevole numero di espropri richiesti ne aveva fermato il prosieguo. Non le discussioni.
Per altro proprio in quel periodo mia nonna, la temibile méistra Quartìn, insegnava a Crevari. Erano gli anni del passaggio dalla vecchia scuola a quella attuale. La ripidità della strada che percorreva a piedi tutti i giorni da Voltri era ben radicata nei suoi ricordi.
IL NUOVO PERCORSO
Per ovviare agli espropri, nel corso degli anni ha preso forma l'idea alternativa di far passare la strada dall'altro fianco della collina, proseguendo verso Vesima dall'attuale Via Gainotti. Il percorso è più lungo ed impervio, ma con meno interferenze.
Ad opera conclusa, sarebbero 1.800m di strada in mezzo a fasce e boschi, a picco sul Mar Ligure ed alle pendici del Monte Reixa.
Senza timore di essere tacciato di parte, questo per me è un angolo di paradiso. Già oggi il tratto esistente è percorso da tanti foresti che, a piedi e in bici, passano da lì per escursioni a Crevari o sull'Alta Via.
IL PROGETTO, I TRE LOTTI E LE PALANCHE
Sia l'elaborazione del progetto sia l'apertura del primo cantiere sono avvenuti durante la giunta Vincenzi (2007-2012). Il tracciato è stato diviso in tre lotti.
Il percorso completo della nuova strada di Crevari che, una volta completata, sarà lunga poco meno di 1,8km (da Google Maps) |
1° lotto, per buona parte concentrato sulla già esistente Via Gainotti. Lungo circa 400m, è stato finanziato per 480.000€ dal Comune di Genova (giunta Vincenzi). I cantieri sono stati aperti a dicembre 2011 e sono stati svolti lavori di adeguamento stradale, ripristino delle opere esistenti, protezione della sede stradale da eventuali cadute di materiale dai versanti di monte;
2° lotto, è il tratto nuovo attualmente percorribile. Lungo circa 800m, quasi 80m di dislivello, è stato finanziato per 1.300.000€, di cui 684.000€ da Regione Liguria (giunta Burlando), il resto dal Comune di Genova. Appaltato a fine 2012, la nuova strada è stata inaugurata a novembre 2016. E' il tratto più impegnativo del progetto, tecnicamente per i pendii fragili e scoscesi, normativamente perché zona a vincolo paesaggistico ed idrogeologico.
Tutto realizzato in ingegneria naturalistica, ha fatto storcere più di un naso crevarese (incluso il mio) vedendo riempimenti di diversi metri realizzati in terre armate e senza neppure una cazzuola di cemento. Siamo stati smentiti dalla terribile alluvione del novembre 2014. Ha pesantemente colpito anche nell'area del cantiere, ma il tracciato per buona parte già realizzato ha retto senza contraccolpi il "collaudo imprevisto".
3° lotto, è il tratto mancante. Deve collegare la "piazza nuova", in località Borgonuovo dove attualmente arriva la strada, fino a ridosso dell'Agriturismo Pietre Turchine. Di fatto il percorso, che insiste per buona parte su una vecchia via comunale, esiste già. Prima della pandemia era già stato utilizzato per la posa di alcune utenze da Ireti. Tranne il primo pezzo, è meno ripido rispetto al lotto precedente. Mancano "solo" la pavimentazione della sede stradale e le opere accessorie di protezione, oltre all'allargamento dell'attuale piazzale.
Foto di gennaio 2015 del sottoscritto che, come molti crevaresi, teneva il cantiere sotto stretta osservazione (dall'Album "Alpi Crevaresi e dintorni") |
LO STATO DELL'ARTE
Il finanziamento dell'ultimo lotto era già stato inserito nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici dall'allora Assessore Gianni Crivello (Giunta Doria), a conclusione del secondo lotto, per il 2017. L'impegno economico all'epoca era stimato intorno ai 600.000€.
Con il cambio di giunta, e l'inizio del primo mandato del Sindaco Bucci, l'opera è stata definanziata. Scelta politica legittima, per carità, ma che ha fermato l'opera ad un passo dal traguardo.
Durante le successive discussioni sul bilancio era stato ipotizzato di inserire l'opera fra quelle di cantierizzazione della Gronda. Benché i cantieri della Gronda siano "imminenti" da anni, nulla è partito e anche la strada di Crevari è rimasta al palo. Da qui nasce la necessità di tornare a cercare le risorse all'interno del bilancio comunale.
In Municipio, durante l'ultima discussione sul bilancio del precedente ciclo amministrativo, Pietro Piciocchi, Assessore al Bilancio e pure ai Lavori Pubblici sia nella scorsa sia nell'attuale giunta, aveva manifestato interesse e disponibilità a completare l'opera. Anche la nuova maggioranza in Municipio, con il voto unanime alla mia mozione, ha manifestato disponibilità in tal senso e qualche giorno fa il Presidente Guido Barbazza ha effettuato un sopralluogo con il sottoscritto per verificare direttamente la situazione.
A breve anche Rita Bruzzone presenterà un'interpellanza in Consiglio Comunale. Spero con esito positivo e che si riesca finalmente ad imboccare il rettilineo finale.
L'IMPORTANZA DELLA STRADA PER CREVARI
Chiudere il cerchio della nuova viabilità, collegandola a Campenave dove già si arriva da Via Brigna, significherebbe molto.
Via Brigna è stata realizzata ad inizio '900, è ad un'unica carreggiata, attraversa per circa 4km un terreno impervio e franoso. Ad oggi sono presenti diverse criticità che, in caso di cedimento, potrebbero comportarne la chiusura come già occorso negli anni passati.
Nonostante l'incessante operato del locale Comitato della Brigna, necessita di manutenzioni continue che non sempre si riescono ad esaurire con il volontariato. In seguito agli eventi alluvionali del novembre 2014 era rimasta chiusa per più di 3 mesi, isolando 150 nuclei familiari, l'Agriturismo Pietre Turchine, l'Antica Osteria di Campenave, le diverse aziende agricole dei Contadini della Vesima.
Oltre a consentire a residenti e passanti di percorrere meno km su una strada più consona, servirebbe come vitale alternativa in caso di problemi su Via Brigna.
Per altro durante la discussione della mia mozione, è stata ricordata l'opportunità di un altro bypass alla Brigna, collegando Ravìn con Chiale, già ipotizzato durante i sopralluoghi post alluvione 2014. Non ci fu seguito, ma credo sia importante riprendere il discorso.
DOMENICO DELFINO E FRANCO FERAMU'
Nei decenni, la realizzazione della strada ha coinvolto drappelli di amministratori, locali e non. Il capofila indiscusso è stato Domenico Delfino. Nato ad Arenzano nel 1920, la sua famiglia si trasferì a Voltri nel 1924. Deportato in Germania durante la guerra, entrò per la prima volta in Consiglio Comunale a Genova nel 1951.
Ultimo candidato nella lista del PCI, disse che era stato scelto “perché non avevano trovato nulla di meglio”. Invece ottenne molti voti che gli consentirono il suo ingresso in Sala Rossa. Lì rimase per i trenta anni successivi fino al 1981, senza mai mancare, con una diligenza quasi unica, ritenendo l’incarico affidatogli dai suoi concittadini un compito da svolgere con serietà e dedizione.
Domenico è mancato ad inizio novembre 2009. L'orazione in suo ricordo è stata di Claudio Burlando, allora Presidente della Regione. In questo articolo "Domenico Delfino: una straordinaria lezione politica" se ne trova un estratto. Rimarca i passaggi principali della vita di Domenico e si capisce perché oggi la strada nuova si chiami "Via Domenico Delfino".
Oltre il terzo lotto, c'è un altro pezzo da completare: l'intitolazione della piazza nuova a Franco Gaggero, per tutti Fèra-mù. Impossibile racchiudere in poche righe quello che Franco ha rappresentato per Crevari. Franco è stato un esempio per tutta la comunità e da Domenico aveva raccolto il testimone dell'impegno per completare la strada.
La raccolta firme per entrambe le intitolazioni era stata fatta congiuntamente, con centinaia di firme raccolte e l'adesione di tutte le realtà di Crevari. Quella per Franco non era stata accolta poiché non ancora trascorsi i dieci anni dalla scomparsa (nel 2015) necessari alla Toponomastica del Comune di Genova per dar seguito alla richiesta.
I dieci anni cadranno durante questo mandato ed il primo giorno utile coincide con il mio compleanno: un impegno che mi è impossibile dimenticare.
UNA STRADA DI TUTTI, UN IMPEGNO DI TANTI
Come ricordavo prima, una strada che parte da zero in un territorio con tanti vincoli, coinvolge tante teste. Ordinare chi è stato coinvolto non è banale e spero di non dimenticare nessuno.
La storia recente parte da una visita dello stesso Domenico Delfino a Roberta Morgano, Assessore all'Edilizia Privata nella seconda giunta Pericu (2002-2007), i primi sopralluoghi e la necessità di operare una variante urbanistica, portata avanti da Roberto Bruzzone, crevarese D.O.C., allora Presidente di Circoscrizione.
I primi colpi di badile arrivano nel mandato successivo, giunta Vincenzi (2007-2012) con Mario Margini Assessore ai Lavori Pubblici. Mario mi cazzia sempre, bonariamente, ricordandomi che a Crevari volevamo fare una strada senza avere uno straccio di progetto. Così prima viene approvata la variante, nel contempo viene elaborato ed approvato il progetto, presentato di persona da Marta Vincenzi all'ANPI di Crevari, ed a fine 2011 parte il primo cantiere.
Con l'avvento della giunta Doria (2012-2017) la palla passa in mano al nuovo Assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello. Grazie al suo impegno a fine 2012 viene appaltato il secondo lotto a tempo di record, per non perdere il finanziamento erogato dalla Regione, in scadenza a stretto giro.
Dato l'importo, la copertura finanziaria della Regione era stata determinante. Al riguardo ricordo il martellamento di Valter Ferrando, Consigliere Regionale ed altro crevarese D.O.C.. In primo luogo a Claudio Burlando allora Presidente della Regione, e Raffaella Paita, Assessore alle Infrastrutture, che avevano accolto la richiesta. In seconda battuta a chiunque, ingegnere o usciere, avesse a che fare con la realizzazione dell'opera.
Prima di inaugurare la strada c'è stato infine l'intervento di Anna Dagnino, allora Assessore alla Mobilità, sempre nella Giunta Doria, per la necessaria ordinanza di apertura: non banale per una strada cittadina sulla carta, ma con le caratteristiche di una strada di montagna.NON E' SOLO UNA STRADA
Quando si pensa ad una nuova strada, si vede una banale riga su una cartina. Per come l'ho vissuta io, a Crevari ha significato mettere le mani nella storia di un paese e di una comunità radicata visceralmente nel suo bricco.
Credo sia facile attribuire la lunghezza del percorso di questa opera alla lentezza dell'amministrazione. In alcune circostanze indubbiamente c'è stata, ma per buona parte si deve alla resistenza, più o meno consapevole, verso una novità radicale per la propria realtà, tanto buona quanto difficile da digerire.
L'angolo di paradiso... (mia foto dall'Album "Alpi Crevaresi e dintorni") |
Adesso, dopo tanti anni, manca poco alla conclusione perché tante persone ci si sono impegnate. Quando percorro il tratto esistente il pensiero vola a chi ci ha dedicato tanto tempo e passione, o anche chi la percorreva spesso, e oggi non c'è più: quello è un angolo di paradiso, non solo per la bellezza del contesto.
Per questo spero e sono fiducioso che si possa concludere, indipendentemente dal colore politico che deve mettere l'ultima firma..
..se invece rimarrà una bella incompiuta, sarà comunque contento un vecchio crevarese che, quando con toni entusiastici gli comunicavo che stavano per partire i lavori mi disse: "voiâtri sei nesci" "E perché?" "Se turnan i tedeschi, ti veddi..."