mercoledì 12 ottobre 2022

Ansaldo Energia, perché questa mattina Genova era in coda

Ansaldo Energia dà lavoro a 2.400 persone e oltre 4.000 con l'indotto. Principalmente produce turbine per centrali a gas, che esporta e manutiene in tutto il mondo. La guerra in Ucraina ci ha fatto toccare con mano quanto il gas sia essenziale per la nostra vita quotidiana.


E' da inizio agosto che si sa della situazione di sofferenza dell'azienda, si parla di prefallimento e piano industriale. Qui il comunicato stampa dell'azienda dell'1 agosto. Da allora ad oggi nulla si è mosso e non ci si può stupire che la temperatura sia salita.

LE ISTITUZIONI POSSONO FARE QUALCOSA?

Certo. La proprietà di Ansaldo di fatto è statale: è per l'87,6% di Cassa Depositi e Prestiti, che a sua volta è per l'83% controllata dal Ministero del Tesoro.

I lavoratori chiedono che CDP proceda con la ricapitalizzazione, necessaria alla sopravvivenza dell'azienda in una congiuntura di mercato sfavorevole e per darle il tempo di attrezzarsi per le sfide future. Ansaldo e le sue controllate, con il capitale umano e tecnico a disposizione, possono sicuramente avere un ruolo significativo nel mercato energetico, anche oltre quello legato al gas.

Non solo, uno dei motivi della sofferenza finanziaria è stata la decisione del Governo di bloccare diverse commesse per la conversione di centrali da carbone a gas. Scelta comprensibile viste le difficoltà di approvvigionamento del gas, ma che deve prevedere una compensazione per quello che l'interruzione delle commesse comporta.

ANSALDO ENERGIA, IL FUTURO DI GENOVA

Ansaldo Energia è una realtà storica dell'industria genovese che può e deve diventare un asset strategico per il nostro Paese. Tutti noi abbiamo parenti e amici che ci lavorano. Domani potrebbe essere l'occasione per i nostri figli per restare a Genova anziché cercare lavoro altrove. Per questo va difesa con le unghie e con i denti, a partire dalle nostre istituzioni.

Ansaldo Energia è una grande opera che va rimessa in piedi e pure velocemente. Sindaco di Genova e Presidente di Regione, più che le preoccupazioni per il traffico cittadino, devono mettere in moto gli ingranaggi romani. Anche perché il comunicato di CDP di poco fa non parla di ricapitalizzazione e domani ci sarà di nuovo coda sotto il Ponte San Giorgio.

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